La Mitologia delle Costellazioni – Ercole

 

Il mito: …disperato l’eroe si rivolse per un aiuto a Teseo che lo portò con se ad Atene dove ogni tentativo di rincuorare e deresponsabilizzare Ercole dalle sue involontarie azioni fu vano. Così si decise di consultare l’oracolo di Delfi, il cui responso decretò che la redenzione poteva avvenire soltanto se Ercole si fosse recato dal cugino Euristeo mettendosi a sua totale disposizione. Giunto a Micene, Euristeo, re della città, approfittando della situazione impose a Ercole il superamento di dodici prove: uccidere il leone di Nemea, uccidere l’Idra di Lerna, catturare la cerva Cinerea, cacciare il cinghiale di Erimanto, pulire in un solo giorno le immense stalle di Augia, uccidere gli uccelli della palude di Stinfalo, domare il toro di Creta, domare le cavalle carnivore di Diomede, conquistare la cintura di Ippolita, la regina delle Amazzoni, rubare i buoi di Gerione, rubare i pomi d’oro delle Esperidi e catturare Cerbero il cane a tre teste che vegliava all’ingresso dell’Ade.

L’eroe riuscì a superare tutte e dodici le fatiche e decise di vagare per il mondo per difendere gli uomini dall’arroganza delle divinità. Così lottò a fianco del padre contro i Giganti, partecipò alla spedizione degli Argonauti, liberò Prometeo dal supplizio al quale il padre lo aveva costretto, combatté contro i Centauri etc.. Si dice che morì avvelenato dal sangue di un centauro, Nesso, che aveva ucciso perché costui aveva rapito la moglie Deianira. Nesso ingannò Deianira dicendo che il suo sangue costituiva un potente filtro d’amore. Così un giorno Deianira, convinta che il marito la tradisse fece indossare al marito una tunica imbevuta del sangue velenoso; allora l’eore in preda a dolori indicibili decise di darsi la morte per non essere ricordato come uno che fu ucciso stupidamente dal sangue di un centauro. Fu quindi collocato dal padre Zeus tra le stelle del firmamento.

Varianti: nessuna anche se le storie su Ercole sono innumerevoli.

Curiosita: le storie di Ercole ebbero grande successo anche tra i Romani; addirittura secondo una variante del mito egli sarebbe stato il padre di Romolo e Remo. A Roma c’erano vari templi per il culto dell’eroe che viene menzionato anche nell’Eneide e in molti lavori degli scrittori latini. Addirittura ancora al tempo dell’imperatore Diocleziano, Heruclius divenne uno degli appellativi di uno dei quattro imperatori regnanti.

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