Contributo per riflessioni .
Le Scienze Novembre 2012
Superare i confini del sistema solare
. Il limite ai viaggi umani nello spazio è la distanza raggiungibile in un tempo ragionevole in base alla velocità con cui si riesce a spingere la massa di un’astronave con equipaggio. Si possono quindi disegnare cinque «sfere» di esplorazione spaziale in base alla velocità necessaria per arrivarci. La prima e la seconda sfera, cioè l’orbita terrestre e la Luna, sono già state raggiunte quarant’anni fa. Per andare in orbita terrestre (sfera 1) bastano 8 Km al secondo per pochi minuti con una capsula relativamente piccola. Per andare e tornare dalla Luna ( sfera2) ci vogliono 11 Km al secondo o poco più con una navicella più pesante( nel 1969 si lanciò qualcosa come 3000 tonnellate di materiali). Marte e dintorni costituiscono la terza sfera, che richiede il passaggio dalla propulsione chimica a quella basata sulla fissione nucleare: un obiettivo che, pur nella sua difficoltà, rientra nei limiti della tecnologia attuale. Andare su Marte la distanza da percorrere è circa 1000 volte quella della Luna; presumibilmente si impiegherebbe circa un anno e le velocità da raggiungere sono 30-50 Km al secondo,5 volte più alte delle missioni Apollo. Si intuisce dunque la necessità di realizzare una astronave più grande di almeno alcune decine di volte la massa del modulo Apollo; insomma una combinazione vincente di alta velocità per una grande massa. Per arrivare alla quarta sfera, da Giove ai confini del sistema solare, il miglior candidato è la fusione nucleare, mentre per la quinta sfera, intorno ai 20 anni luce da noi, bisognerà attendere la capacità di produrre e trasportare antimateria. Alle velocità tipiche della fissione, 50 Km al secondo,per andare e tornare da Giove ci vorranno 4-5 anni, in ogni caso una astronave con massa doppia o tripla di quella marziana,e quindi aumentare la spinta di un fattore due, ancora alla portata del motore a fissione.
Fantascienza pertanto per la quarta e quinta sfera.
Elaborazione di un articolo di Giovanni Fabrizio Bignami su Le Scienze Novembre 2012