OSSERVAZIONE CON IL BINOCOLO
LUNA. E’ l’astro che meglio si presta. Il binocolo mostra la topografia lunare con numerosi dettagli; con l’ausilio di una mappa è possibile “muoversi” tra i mari e i crateri e riconoscere le grandi strutture lunari nel corso di una lunazione.
SOLE. I gruppi di macchie possono essere visti per mezzo di lenti dotati di filtri in astrosolar o mylar ; ma sconsigliamo fortemente ogni adattamento di fortuna pena la cecità!
GIOVE. Un buon binocolo mostra Giove sotto l’aspetto di un disco, circondato dai suoi quattro satelliti principali in reciproco movimento apprezzabile da una notte all’altra.
STELLE-NEBULOSE-AMMASSI. A causa del suo grande campo si resta stupiti del numero più elevato di stelle deboli che si possono distinguere; ammassi aperti come le Pleiadi o le Iadi ci appaiono estremamente ricchi di stelle; utilizzando una carta del cielo si vada a individuare gli ammassi in Perseo, in Ercole o la nebulosa di Orione o ancora la galassia di Andromeda.
Esercitatevi su stelle doppie come Mizar e Alcor in UMA, omega e mu in SCO, delta e epsilon in LIRA, tau in TAURI, ecc.
COMETE. Ricerca e osservazione.
Telescopi.
Cominciamo col parlare dei riflettori. sono anche detti Newtoniani in quanto il loro disegno è dovuto al grande fisico e astronomo inglese del XVII secolo Isaac Newton. Il loro schema ottico consiste in uno specchio concavo che posto all’estremità inferiore di un tubo riflette la luce raccolta convogliandola verso un secondo specchio, questa volta più piccolo e piano, che a sua volta devierà il fascio di luce (l’immagine) verso il nostro occhio. Avvengono quindi due riflessioni su specchi che però non sono specchi normali particolare bensì trattati con speciali procedure al fine di renderli molto più riflettenti. Aspetto importante da dover considerare in un Newtoniano è la c.d. ostruzione; essa consiste nell’ostacolo che la luce incontra nel giungere allo specchio primario (quello più grande) dovendo necessariamente incontrare prima il secondario.Tale ostruzione è facilmente riscontrabile puntando il telescopio su di una stella e sfocandola molto: ci accorgeremo quindi di una considerevole macchia scura.
Telescopio newton 200mm f/5 su montatura equatoriale con movimenti micrometrici e cerchi graduati.
Completo di cercatore 9×50,
oculare Plossl 20mm,
CD-ROM The Sky livello 1,
treppiede in alluminio,
focheggiatore da 2 pollici.
I rifrattori vengono anche chiamati Galileani in quanto lo schema ottico fu inventato da Galileo e poi perfezionato da Keplero. Sono i classici telescopi a lenti e da ciò detti rifrattori per il fenomeno di rifrazione che riceve la luce passando per l’obiettivo. Oltre a questa rifrazione, che convoglia il fascio luminoso (l’immagine) verso il nostro occhio, la luce non incontra nessun altro ostacolo.
Il terzo schema ottico di cui ci occuperemo è relativo ai telescopi “catadiottrici”. Sono strumenti che hanno soprattutto un grande vantaggio: la trasportabilità. Infatti, è possibile mantenerli relativamente poco ingombranti pur lavorando questi a focali dell’ordine dei 2 metri e più! Alla base della loro struttura troviamo uno specchio primario che si sposta in avanti o in dietro per effetto della messa a fuoco. Tale specchio ha la caratteristica di essere concavo, convogliando il fascio luminoso verso il secondario, e bucato al centro per permettere che l’immagine a sua volta riflessa dal secondario possa giungere al piano focale. All’estremità opposta rispetto al primario troviamo una lastra correttrice, di solito in pirex, che assolve a varie funzioni secondarie. Questo tipo di strumenti sono però fortemente ostruiti proprio a causa del fatto che, dovendo il secondario raccogliere un fascio luminoso così a breve distanza dal primario, deve necessariamente essere di generose dimensioni.
Ottica: rifrattore automatico
Diametro: 90 mm
Focale: 1000
Velocità: 9 su 2 assi
Cercatore: 6×30
Max poter visuale: 250
Lim. mag. stellare: 11,8
Oculari: MA25 MH9
Montaura: altazimutale
Detto questo dobbiamo considerare i due parametri principali dei telescopi:
– diametro dello specchio primario (riflettori) e diametro lente (rifrattore).
Tanto maggiore risulta il diametro tanto maggiore è la capacità di raccolta di luce e quindi di poter vedere oggetti molto meno luminosi, allo stesso tempo aumenta la capacità di risoluzione cioè di distinguere due punti nel cielo molto vicini tali da renderli ad occhio nudo come un unico puntino luminoso. C’è però da dire che spesso a parità di diametri i rifrattori offrono qualcosa in più dei riflettori che d’altra parte costano anche tre volte meno dei “colleghi” a lenti. Questo si comprende dal fatto che lavorare a regola d’arte una lente è molto più difficile e costoso rispetto alla lavorazione di uno specchio.
– rapporto focale.
Si indica con ” f ” e rappresenta il rapporto fra la focale dello strumento ed il diametro dell’obiettivo. Occorre innanzitutto spiegare che cos’è la focale dicendo semplicemente che rappresenta la distanza percorsa dalla luce fra l’obiettivo ed il piano focale (cioè dove si osserva). Un rapporto focale può essere ad esempio per uno strumento di 10 cm di diametro e 100cm di focale di f10.
Questo discorso non è da sottovalutare in quanto strumenti con rapporti focali minimi sono più luminosi rispetto a quelli con f10-12, ciò dovuto al fatto che la luce percorre letteralmente meno strada e soprattutto per l’uso fotografico ciò si traduce in vantaggi considerevoli. Ragionando quindi su questi valori uno strumento con f4,5 su che tipo di corpi celesti darà le maggiori soddisfazioni?
Naturalmente su quelli più difficili da vedere, più evanescenti e diffusi come galassie, nebulose, ecc.
Al contrario un telescopio con f10-12 sarà più idoneo all’osservazione di corpi celesti più luminosi e puntiformi come pianeti, luna, stelle doppie anche perché permette più agevolmente di spingersi ad ingrandimenti molto più elevati (vedremo tra poco il perché).Di norma i rapporti focali maggiori li troviamo nei rifrattori mentre quelli minori nei riflettori, da qui il loro tipo di utilizzazione differente a seconda si acquisti l’uno o l’altro tipo di strumento. L’ideale sarebbe uno strumento ad f8 che permette di vedere tutto con sufficienti risultati.
Ogni telescopio necessita di oculari che, inseriti laddove si posiziona l’occhio consentono di poter vedere ciò che si punta. Tutti gli oculari hanno a loro volta una focale che permette di stabilire l’ingrandimento usato. Ad esempio con uno strumento con focale 1000 mm ed utilizzando un oculare da 10 mm si otterranno 100 ingrandimenti (1000 : 10 = 100).
Altro accessorio comune è il cercatore che altro non è che un piccolo rifrattore in miniatura, Tale accessorio si monta in parallelo al telescopio e si usa per puntare un astro prima di farlo con il telescopio in modo tale da “centrarlo” più agevolmente dato il basso ingrandimento usato. Attenzione però a regolarlo affinché inquadrando un oggetto al suo centro, questo oggetto risulti essere anche al centro dell’immagine vista col telescopio.
Ultimo aspetto da approfondire è la montatura cioè la struttura che sostiene il tubo ottico. Le montature possono essere molto semplice come quelle altoazimutali che si spostano solo in altezza e in orizzontale o più complesse e solide come quelle dette equatoriali che dopo essere state orientate verso il Polo Celeste permettono girando semplicemente una manopola di compensare il movimento della rotazione terrestre e mantenere l’astro sempre inquadrato.
Ecco la lista degli strumenti in dotazione al nostro osservatorio