Nella notte tra il 25 e il 26 ottobre torna in vigore l’ora solare
LUNA
Luna Nuova il 23 Ottobre 2014. Il mese di ottobre 2014 presenta 5 fasi lunari
Il giorno 6 alle ore 11:29, la Luna raggiunge il perigeo (362.478 Km di distanza), mentre il giorno 18 alle ore 08:25, si troverà nel punto più lontano dalla Terra nel corso della sua orbita, l’apogeo (404.898 km).
- Primo Quarto l’1 (ore 21:34)
- Luna Piena l’8 (ore 12:52)
- Ultimo Quarto il 15 (ore 21:14)
- Luna Nuova il 23(ore 23:59)
- Primo Quarto il 31 (ore 04:50)
Osservabilità dei pianeti
Mercurio.
Per gran parte del mese l’osservazione del pianeta sarà praticamente impossibile. Nel corso della prima metà di ottobre Mercurio si trova in orario serale sull’orizzonte occidentale, tra le luci del crepuscolo, sempre più basso e vicino al Sole, con il quale si trova in congiunzione il giorno 16. Le condizioni di osservabilità migliorano sensibilmente alla fine del mese, quando il pianeta torna visibile al mattino, ad Est. Alla fine di ottobre sorge circa un’ora e mezza prima del Sole
ATTENZIONE: se si usa uno strumento ottico per osservare il pianeta, NON inquadrare MAI il Sole se non si è dotati di apposito filtro. Ciò comporterebbe danni irreparabili alla vista.
Venere.
Giunge al termine il lungo periodo di permanenza del pianeta più luminoso nei cieli del mattino, dove per tutto l’anno ha brillato prima del sorgere del Sole. Venere si avvicina sempre più al Sole, con il quale si trova in congiunzioni il giorno 25. Dovremo attendere qualche settimana per vederlo ricomparire la sera dopo il tramonto.
Marte.
Rimane ancora osservabile alla sera, subito dopo il tramonto del Sole. Non si registrano variazioni di rilievo: Marte per tutto il mese rimane molto basso sull’orizzonte occidentale e lo si può individuare al calare dell’oscurità poco prima che tramonti anch’esso. Il giorno 21 lascia la costellazione dell’Ofiuco ed entra nel Sagittario.
Giove.
E’ l’astro più luminoso della seconda parte della notte. Anticipando progressivamente il suo sorgere alla fine del mese compare sull’orizzonte ad Est già poco dopo la mezzanotte, per poi elevarsi fino ad elevarsi in cielo a Sud-Est prima dell’alba. Il giorno 14 lascia la costellazione del Cancro e fa il suo ingresso nel Leone.
Sempre degni di nota i 4 satelliti galileiani (Io, Europa,Ganimede e Callisto), che si mostrano come piccoli puntini bianchi che danzano da un lato all’altro del pianeta sulla linea dell’equatore creando spettacolari configurazioni.
Saturno.
La distanza angolare tra Saturno e il Sole si riduce giorno per giorno, fino alla scomparsa del pianeta tra le luci del crepuscolo serale. Saturno diventa inosservabile e solo tra alcune settimane potremo cercarlo ad Est prima del sorgere del Sole. Saturno si trova ancora nella costellazione della Bilancia.
Urano.
Il 7 ottobre Urano si trova in opposizione al Sole, pertanto è osservabile per tutta la notte. Compare ad oriente al tramonto del Sole, culmina a Sud nelle ore centrali della notte e scende ad occidente al termine della notte. La luminosità di Urano è al limite della visibilità occhio nudo e per poterlo osservare è necessario l’uso di un telescopio. Il pianeta rimane ancora nella costellazione dai Pesci che lo ospita dal 2009.
Nettuno.
Lo si può osservare per quasi tutta la notte. Al calare dell’oscurità è già alto in cielo a Sud-Est e nel corso delle prime ore della notte culmina a Sud. Come sempre, rimane indispensabile l’uso del telescopio per poter osservare Nettuno, la cui luminosità è inferiore ai limiti accessibili all’osservazione ad occhio nudo. Nettuno si trova ancora nella costellazione dell’Acquario, dove è destinato a rimanere per un periodo estremamente lungo, fino all’anno 2022.
Plutone.
Preso atto della riclassificazione di Plutone a plutoide da parte della IAU , la nostra rubrica includerà comunque l’osservabilità dell’astro.
L’osservabilità di Plutone è limitata alle prime ore di oscurità: dopo il tramonto del Sole Plutone è già basso in cielo a Sud-Ovest. Plutone è destinato a rimanere nella costellazione del Sagittario per ancora molti anni, fino al 2023.
Con la sua magnitudine 14 sono necessari un cielo scuro, una buona carta stellare e almeno un telescopio da 8″ di apertura (200mm).
Costellazioni
Solo nelle prime ore della notte ci sarà ancora l’opportunità di osservare parte delle costellazioni che hanno dominato il cielo estivo. Una volta spente le ultime luci del crepuscolo serale, avremo appena il tempo di vedere ad occidente il tramonto del Bootes con la brillante stella Arturo, subito seguito dall’Ofiuco e da Ercole. Abbiamo a disposizione qualche ora in più per vedere ancora una volta il “Triangolo Estivo”, del quale ricordiamo i componenti: ai vertici troviamo le stelle Altair dell’Aquila, Vega della Lirae e, infine, Deneb del Cigno. (Si rimanda alle rubriche dei mesi precedenti per le descrizioni più dettagliate delle tre costellazioni). Lungo l’eclittica cominciano ad apparire ad Est le costellazioni dello Zodiaco che vedremo alte in cielo per i successivi mesi dell’Autunno e dell’Inverno: in tarda serata sorgeranno prima il Toro e successivamente i Gemelli. Ad Ovest, poco dopo il tramonto del Sole, potremo vedere un’ultima volta per quest’anno il Sagittario; a Sud – Ovest, il Capricorno e l’Acquario, privi di stelle particolarmente brillanti, non offrono punti di riferimento rilevanti. La costellazione dei Pesci è anch’essa poco appariscente, ma la sua posizione, a Sud di quella di Pegaso, ne facilita il ritrovamento sulla volta celeste. Ancora più ad Est è facile identificare la piccola costellazione zodiacale dell’Ariete. Il grande quadrilatero di Pegaso, il cavallo alato, situato ben alto nel cielo in questa stagione, quasi allo zenit – cioè sulla verticale sopra le nostre teste. Tra Pegaso e la Stella Polare, quest’ultima come sempre ferma in cielo ad indicare il Nord, troviamo Cassiopea, con la sua inconfondibile forma a “W”, e Cefeo, una costellazione un po’ più difficile da riconoscere essendo priva di stelle brillanti. Dal vertice nord-est del quadrilatero di Pegaso inizia un allineamento di 3 stelle piuttosto luminose: si tratta della costellazione di Andromeda. Proseguendo ancora sullo stesso allineamento, sull’orizzonte nord-orientale, sopra la brillante stella Capella (della costellazione dell’Auriga), possiamo riconoscere il Perseo, con una forma che ricorda una “Y” rovesciata. Tutte queste costellazioni sono legate da una notissima leggenda della mitologia classica. Questa è la storia tramandata: Cefeo era il re d’Etiopia, e Cassiopea era la regina, sua consorte. Da notare che l’Etiopia del mito non va confusa con quella attuale; gli storici collocano la leggenda nel territorio corrispondente alla moderna Tel Aviv. Cassiopea era una donna bellissima e terribilmente vanitosa, al punto di vantarsi di essere perfino più affascinante delle Nereidi, le ninfe del mare. Queste ultime, offese dalla sfrontatezza della regina, chiesero a Poseidone, il Dio del mare, di vendicarle. Poseidone mandò allora un mostro marino, la Balena (raffigurata in una grande costellazione, non facilissima da identificare perché priva di stelle brillanti, situata bassa sull’orizzonte a Sud – Est, sotto i Pesci e l’Ariete) a devastare le coste del regno di Cefeo. Lo sventurato re chiese all’Oracolo di Ammone cosa potesse fare per placare l’ira del Dio del mare: l’Oracolo gli ordinò di sacrificare al mostro sua figlia, l’incolpevole Andromeda. La povera fanciulla fu incatenata ad uno scoglio, nell’attesa della sua orrenda fine tra le fauci della Balena. Ma come in tutte le storie a lieto fine, ecco che arriva il nostro eroe, il famoso Perseo (reduce da altre imprese: aveva appena ucciso la terribile Medusa, la Gorgone con la chioma costituita da un intreccio di serpenti). Perseo arriva in groppa al suo destriero, il cavallo alato Pegaso, uccide il mostro e, liberata Andromeda, la sposa. Parlando di queste costellazioni, non si può fare a meno di citare due oggetti del cielo tra i più ammirati dagli astrofili. Si tratta di oggetti molto facili da osservare, adatti anche a chi si avvicina per la prima volta all’osservazione astronomica. Iniziamo con il “Doppio Ammasso del Perseo”: si trova nella zona di cielo tra Perseo e Cassiopea ed è già visibile ad occhio nudo in cieli oscuri e senza Luna, ma diventa spettacolare già con un semplice binocolo. Complessivamente i due ammassi sono costituiti da circa 400 stelle, e distano da noi oltre 7.000 anni luce. Guardiamo adesso la costellazione di Andromeda: delle 3 stelle più brillanti che troviamo vicino a Pegaso, prendiamo a riferimento quella centrale. Spostiamoci da lì verso Cefeo: con l’aiuto di una mappa, non sarà difficile notare anche con un binocolo (ma in cieli molto bui si può intravedere anche ad occhio nudo) una leggera nebulosità a forma di ellisse schiacciata: è la famosa Galassia di Andromeda, omonima della costellazione che la ospita. Andromeda è la galassia più vicina alla nostra Via Lattea, ma i “grandi numeri” che la caratterizzano non mancheranno di emozionare chi per la prima volta potrà osservarla attraverso un telescopio: si trova comunque alla distanza di circa 2 milioni e mezzo di anni luce (un anno luce è pari a circa 9.460,8 miliardi di km), ha un diametro di circa 200.000 anni luce secondo le stime più recenti e contiene oltre 100 miliardi di stelle. Concludiamo il tour del cielo con l’Orsa Maggiore, che in questo periodo troviamo bassa sull’orizzonte settentrionale. Tra le due Orse possiamo riconoscere il Dragone.
Ulteriori informazioni si possono trovare in rete o dai siti www.uai.it e da www.astronomia.com da cui sono tratte queste note. Utile è il simulatore “stellarium” scaricabile gratuitamente dalla rete.