Sole
Si trova nella costellazione dei Pesci fino al giorno 18, quando entra nella costellazione dell’Ariete.
1 aprile
- sorge alle 06:54
- transita alle 13:14
- tramonta alle 19:35
15 aprile
- sorge alle 06:31
- transita alle 13:10
- tramonta alle 19:51
30 aprile
- sorge alle 06:08
- transita alle 13:07
- tramonta alle 20:07
La durata del giorno aumenta di circa 1 ora e 18 minuti dall’inizio del mese.
Luna
1 aprile
- sorge alle 05:35
- transita alle 11:38
- tramonta alle 17:50
15 aprile
- sorge alle 16:55
- transita alle 23:04
- tramonta alle 04:33
30 aprile
- sorge alle 04:25
- transita alle 10:58
- tramonta alle 17:41
fasi lunari del mese:
- Luna Nuova il 3 (ore 14:34)
- Primo Quarto il 11 (ore 12:07)
- Luna Piena il 18 (ore 02:45)
- Ultimo Quarto il 25 (ore 02:49)
Il giorno 2 alle ore 09:16 la Luna raggiunge l’apogeo (406.657 km di distanza), mente il giorno 17 alle ore 05:50 si troverà nel punto più vicino alla Terra nel corso della sua orbita, il perigeo (358.090 km). Il giorno 29 alle ore 18:33 torna nuovamente all’apogeo (406.038 Km).
Mercurio: questo mese non è molto favorevole all’osservazione del pianeta. Ad inizio mese tramonta quasi un’ora dopo il Sole, ma si abbassa repentinamente sull’orizzonte occidentale, fino a diventare inosservabile per la congiunzione con il Sole del giorno 9. Nella seconda parte di aprile Mercurio ricompare al mattino, ma non è facile scorgerlo. Sorge meno di un’ora prima del Sole e scompare rapidamente tra le luci dell’alba.
Venere: Venere è ancora visibile al mattino, ma solo per un breve intervallo di tempo. Per tutto il mese le condizioni di osservabilità rimangono sostanzialmente immutate, simili a quanto verificatosi alla fine del mese scorso. Venere è quindi ancora visibile al mattino, ma solo per un breve intervallo di tempo, dato che sorge appena un’ora prima del Sole. Possiamo quindi individuarlo quando è ancora molto basso sull’orizzonte orientale, ma in breve tempo il pianeta scompare tra le luci del mattino. Venere si trova nella costellazione dell’Acquario. Il 17 entra nei Pesci, ma negli ultimi giorni del mese, dal 27 al 30, attraversa un piccolo tratto della costellazione della Balena.
A proposito, sappiamo che Mercurio e Venere percorrono un’orbita intorno al Sole più interna rispetto alla Terra e questo fa sì che, visti dal nostro pianeta prospetticamente, non si allontanino mai dal Sole di un certo numero di gradi (28° per Mercurio e 47° per Venere), in quella che si chiama massima elongazione est ed ovest. Succede che, visti dalla Terra, risultano in un certo verso “ancorati” al Sole, come se fossero legati ad esso con un invisibile elastico che gli impedisce di distaccarsi più di tanto.
Le fasi di Venere
Al telescopio Mercurio e Venere presentano in modo marcato le fasi, proprio come la Luna: quando Galileo osservò per la prima volta Venere, notò (forse con stupore?!) che il suo aspetto ricordava la Luna. Doveva dunque segnalare la sua scoperta al mondo: a quell’epoca non c’erano i mezzi di diffusione come Internet, i telegrammi, il telefono: non c’era niente! Come faceva allora uno scopritore di qualcosa ad annunciarlo e soprattutto a dimostrare che era stato lui l’autore della scoperta? Faceva così: scriveva una frase, il più delle volte “crittografata”, della quale poi dava la corretta interpretazione: così dimostrava di conoscere il significato della frase e di essere l’autore della scoperta ad essa collegata. Galileo allora annunciò una frase sibillina senza senso, che però era composta dalle lettere della frase latina “Cintiae figuras emulatur mater amorum” . Il significato della frase è: “la madre degli amori (Venere) emula le figure (l’aspetto) di Cinzia (la Luna, in uno dei suoi appellativi)”. Con questa scoperta gettava le basi della teoria eliocentrica (i pianeti che ruotano intorno al Sole) contrapposta alla teoria geocentrica nella quale tutto ruota intorno alla Terra. Torniamo ai due pianeti che, come detto, si possono vedere alternativamente per un certo periodo di sera, subito dopo il tramonto oppure la mattina presto qualche tempo prima del sorgere del Sole, ma mentre Venere è visibilissima brillando fin oltre la magnitudine -4 e la si riconosce molto facilmente, Mercurio è invece molto elusivo, dato che non si allontana mai più di tanto dal Sole: bisogna sapere bene dove osservare per poterlo scorgere. Per capire meglio il meccanismo delle fasi, analizziamo il percorso che compie Venere intorno al Sole (e questo discorso vale pari pari per Mercurio), ma semplificherò al massimo le cose, facendo finta che la Terra sia ferma nella sua orbita intorno al Sole, mentre Venere si muove lungo la sua orbita in prima approssimazione circolare.
Marte : per tutto il mese è ancora praticamente inosservabile.
Giove : il pianeta gigante è inosservabile.
Saturno : è arrivato il periodo ideale per ammirare il “Signore degli anelli”. Il giorno 4 Saturno è all’opposizione, sorge quindi quando il sole tramonta, rimane visibile per l’intera notte e tramonta quando il Sole sorge. Possiamo quindi osservarlo agevolmente, in particolare nello ore centrali della notte, quando il pianeta culmina a Sud. Saturno si trova nella costellazione della Vergine, dove rimane per tutto anno.
Urano : il pianeta è praticamente inosservabile
Nettuno: il pianeta è osservabile al mattino
Plutone: è osservabile nella seconda parte della notte. Prendiamo atto della riclassificazione di Plutone a plutoide da parte della IAU (Parigi, Giugno 2008. Al comparire delle prime luci dell’alba raggiunge la massima altezza a Sud, nella costellazione del Sagittario, dove era entrato nel 2006 e dove rimarrà per altri 13 anni, fino al 2023! Con la sua magnitudine 14 sono necessari un cielo scuro, una buona carta stellare e almeno un telescopio da 8″ di apertura (200mm).
Costellazioni
Il mese di aprile inizia il vero e proprio passaggio dal cielo invernale a quello estivo. Al calare del crepuscolo infatti possiamo ancora scorgere per qualche ora le costellazioni che hanno dominato il cielo invernale: il cacciatore Orione con le sue splendide stelle Betelgeuse e Rigel, i Gemelli con Castore e Polluce, il Toro con la luminosa Aldebaran e l’Auriga con Capella.
Dalla parte opposta, nel cielo orientale, osserviamo invece le costellazioni che caratterizzeranno il cielo estivo. Ecco allora che al tramontare a Sud-Ovest di Sirio (la stella più luminosa del cielo boreale) nella costellazione del Cane Maggiore, corrisponde il sorgere a Nord-Est di Vega – nella costellazione della Lira – la stella più luminosa del cielo estivo, insieme ad Arturo del Bootes, la costellazione del Bifolco. Vega sarà un vertice del triangolo estivo assieme a Deneb della costellazione del Cigno e ad Altair dell’Aquila. Nei mesi estivi la troveremo proprio sopra le nostre teste, allo zenit.
Vicino al Bootes è individuabile una piccola costellazione dalla forma a semicerchio, la Corona Boreale. Le stelle che la compongono sono di magnitudine abbastanza ridotta, pertanto, se si riesce ad osservarla nella sua interezza, possiamo essere certi di avere a disposizione un cielo discreto. La costellazione non contiene alcun oggetto del profondo cielo degno di nota: le galassie in questa regione di cielo sono tutte molto lontane e deboli, ma nella parte sudoccidentale della costellazione è presente un celebre ammasso di galassie, noto come Abell 2065, che conta decine di galassie.
Tra la Corona Boreale e la Lira si trova la gigante ma debole costellazione di Ercole, molto nota agli astrofili in quanto in essa si trova M13, un ricchissimo ammasso stellare facilmente individuabile con piccoli strumenti, alla portata quindi dei neofiti. Con telescopi di una certa apertura è possibile risolvere tale ammasso fino al nucleo, mostrando la miriade di stelle di cui è composto.
Nel corso della notte le costellazioni invernali tramontano del tutto per lasciare spazio al vero e proprio cielo estivo. Abbiamo quindi il Cancro e il Leone, con la brillante Regolo e nei pressi del quale troviamo Saturno. Nel cielo di sud-est, a notte inoltrata, sorgono la Bilancia e successivamente lo Scorpione, caratterizzato dalla gigante rossa Antares.
Nel cielo settentrionale, caratterizzato dalle classiche costellazioni circumpolari (che ruotano attorno al Polo Nord Celeste), il periodo è favorevole all’osservazione dell’ Orsa Maggiore (riferimento per trovare la stella polare) poichè si trova nel punto di massima altezza sull’orizzonte, definito “culminazione”. Si prosegue con Cassiopea, dalla classica forma a “W”, a seguire Cefeo e il Dragone.
Per ulteriori approfondimenti sulle costellazioni e le stelle visibili in questo periodo, consultate la pagina 575 di televideo, il sito www.uai.it, da cui sono tratte queste notizie, e dalla rivista Nuovo Orione o dal sito di www.orione.it