Stelle doppie in primavera

Le grandi stelle doppie di primavera

A differenza di altre meraviglie del cielo profondo, le stelle doppie si trovano facilmente ed è possibile osservarle anche nelle notti peggiori.

Esiste tuttavia un gran numero di stelle doppie che, per separazione angolare e magnitudine delle componenti, si prestano bene all’identificazione e alla osservazione con il binocolo.

 Migliaia di queste gemme sono alla portata dei telescopi più piccoli.

 Ecco 3  soggetti  visibili nel cielo primaverile.

 Iota Cancri  offre un magnifico contrasto dovuto alla combinazione di un sole debolmente arancione con uno chiaramente blu. La coppia si separa nettamente anche con uno strumento da 50 mm a 25x. A molti osservatori la coppia ricorda la famosa Albireo; perciò, diversi anni fa la soprannominai “l’Albireo della primavera”. Sissy Haas, un’entusiasta osservatrice di stelle doppie, la considera “il più impressionante contrasto di colori nel cielo” e sta parlando di questi bellissimi soli, rispettivamente giallo e blu brillante.

Algieba ( Gamma Leonis )è una coppia di soli di un radioso giallo dorato..Un 76 mm a 100x è in grado di separarla bene.

Porrima ( Gamma Virginis ) necessita  telescopi almeno da 10 cm per separarla.

 

Nome

Magnitudine

Separazione e AP

Distanza      Periodo

Iota Cancri

4,1-6.0

31”                 310°

300 a.l.   

Gamma Leonis Algieba

2,4-3,6

4,6”                126°             

130 a.l.         510 anni

Gamma Virginis Porrima

3,5-3,5

1,8”                 13°

 38 a.l.          169 anni

Le stelle binarie sono classificate in quattro diversi tipi a seconda del modo in cui la loro natura di binarie viene accertata:

  • binarie visuali, tramite l’osservazione diretta;
  • binarie spettroscopiche, tramite cambiamenti periodici nelle linee spettrali;
  • binarie fotometriche, tramite i cambiamenti nella luminosità causati dalla eclissi reciproca delle due      componenti;
  • binarie astrometriche, tramite la misurazione dei cambiamenti di posizione di una stella causati da una invisibile compagna.
  • Una binaria può appartenere a più di una di queste classi.AA John_Herschel

    L’osservazione sistematica delle stelle doppie è iniziata nel 1779, quando William Herschelcominciò la famosa serie di osservazioni che portarono alla dimostrazione che le stelle doppie non erano un fenomeno prospettico: esistevano sistemi binari in cui le componenti, legate fra loro dalla gravità, si muovevano seguendo le leggi di Newton e di Keplero.Gli aspetti principali di una stella doppia vista al telescopio sono:

    la magnitudine (che esprime la luminosità) delle stelle componenti.

    la separazione o distanza apparente fra le due componenti. Come tutte le distanze sulla volta celeste è rappresentata da un angolo, così piccolo però che comunemente viene espresso in secondi d’arco (“).

    In un grado ci sono 3600 secondi d’arco e, tanto per dare un’idea, la Luna ha un diametro apparente che si aggira attorno ai 1800″. Quando leggiamo quindi di due stelle separate, ad esempio, da 3″, questo è l’angolo sotteso da due punti distanti fra loro 15 mm e posti a 1 km di distamza dal nostro occhio. Si capisce subito che ci occorre un telescopio!

    l’angolo di posizione AP o, nella letteratura anglosassone, PA (Position Angle) è l’angolo formato dalla congiungente le due stelle e l’asse NS. L’angolo si misura in gradi, da N verso E, e vale da 0° a 360°. La misura in tempi diversi dell’AP ci indica se la secondaria ruota attorno alla principale. Bisogna fare attenzione al telescopio per riconoscere le direzioni NESW, soprattutto se si usano prismi o diagonali che ribaltano i lati dell’immagine rendendola speculare rispetto a un asse. “L’angolo di posizione” A.P. di una stella doppia, binaria od altro dà la direzione della componente più debole misurata dalla più splendente, cominciando con zero gradi al punto nord e contando all’intorno per est (90°) sud (180°) ed ovest (270°) di nuovo fino a zero, come mostrato nella figura.    ang.pos.2

    Le stelle osservate attraverso piccoli telescopi, normalmente, ci appaiono tutte bianche.

    Questo è dovuto in parte ai meccanismi stessi della visione (con poca luce si perde la percezione dei colori e la visione è praticamente in bianco e nero) e in parte a causa della mancanza di stelle di confronto vicine e di colore diverso.

    Questo non capita sempre con le stelle doppie: la vicinanza delle componenti ci consente di apprezzare differenze di colore, o di dominante cromatica, e di distinguere chiaramente se una stella ha un colore più caldo (rossastro) o freddo (bianco o azzurrino). Albireo è un ottimo esempio.

    Il colore delle stelle è legato alla loro temperatura e alla classe spettrale, e i grandi osservatori visuali erano famosi per la loro capacità di percepire i colori in condizioni così difficili per il nostro occhio. Mentre però la classe spettrale è una misurazione oggettiva, il colore percepito dai nostri occhi non lo è, e anche fra i più famosi studiosi di stelle doppie l’accordo non era unanime. La stessa stella ci può essere riportata come giallina, o piuttosto dorata, o piuttosto tenuamente arancione, o anche bianca.

    Ad esempio, la stella doppia Alnitak, cioè Zeta Orionis (la stella più a sinistra della cintura di Orione quando la costellazione è al meridiano alle nostre latitudini), fu descritta come “giallo topazio e rosso porpora leggero” da R.H. Allen, semplicemente “gialla e blu” da W.T. Olcott, una “brillante coppia bianca” da parte di E.J. Hartung, mentre Struve coniò per la secondaria il ponderoso termine latino olivacea subrubiconda, vale a dire verdina con una tendenza al rosso chiaro!

    Confrontare le nostre percezioni al telescopio con le note di questo grandi astronomi costituisce un’esperienza interessantissima.

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