La Mitologia delle Costellazioni – Aquila

 

Mito dell'aquilaL’aquila compare quando Zeus decise di rapire il bel Ganimede, di cui il dio si era invaghito, e di portarlo nella sua dimora celeste. Qui Zeus decise che sarebbe diventato il nuovo coppiere degli dei. Un’altra storia vuole l’aquila come inviata da Zeus per infliggere il quotidiano supplizio a Prometeo che fu legato ad una roccia del Caucaso per aver osato sfidare gli dei e aver regalato il fuoco agli uomini; il volatile tutti i giorni col suo becco aguzzo dilaniava il fegato del titano che magicamente ricresceva nella notte per far si che la tremenda punizione non avesse mai fine.

Varianti: nessuna

Curiosità: nell’antichità questo rapace rappresentava la potenza di Zeus/Giove e perciò i Romani lo adottarono, dal I sec. a.C. con Caio Mario, come insegna dell’esercito, passando quindi ad indicare il potere imperiale, ed infatti, di solito, sulla sommità dello scettro degli imperatori era posta un’aquila, l’impero e la potenza stessa di Roma il cui dio protettore era proprio Giove. L’aquila come simbolo dell’impero si tramanderà nei secoli venendo adottata da Carlo Magno e da tutti i grandi imperi, e purtroppo anche dai regimi nazifascisti di inizio ‘900, che si rifacevano all’originaria grandezza di Roma. Basti vedere il VI canto del Paradiso, nella Divina Commedia, in cui Dante fa coincidere la storia di Roma con il volo di un’aquila.

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